martedì 3 agosto 2010

A Vanvera! Capitolo 7

E passato un po' di tempo ma... vabbè questa settimana a richiesta (solamente Poli per dire la verità) scrivo un A Vanvera! salutandovi e dandoci appuntamento a settembre...
Ps, come mi manchi Mou!

mercoledì 16 giugno 2010

Cosmogonìa di Maradona, dalla A alla Z

Un divertissement sull’immenso Diego Maradona, cos'è un divertissiment? Ve lo cercate su Internet!

ARGENTINA. “Suena que puedes, y podras”. Sogna che puoi e potrai. Questo il poetico cartello terzomondista appeso da Maradona in tutte le stanze del ritiro argentino, sui muri dipinti di bianco. Lo ha scritto di suo pugno. Come metodo non è una novità. Lo avevano fatto il mago Herrera (“Giocando individualmente, giochi per l’avversario), e Claudio Ranieri, l’ultimo giorno di campionato: “Senza rimpianti”.
BLATTER. Nella cosmogonia di Maradona, Blatter è il responsabile numero uno della squalifica ai mondiali ’94 che chiuse malamente la sua carriera. E’ pure responsabile di tante altre cose. L’insulto di Maradona a Blatter prima della fine dei Mondiali perciò si gioca a 7 e qualcosa. Giorni fa Maradona ha dichiarato: “Senza di noi giocatori non è niente. Non sa neanche dare un calcio al pallone”. Due anni fa gli ha dato del mafioso. E ha aggiunto “Havelange porta il fucile, Blatter mette le cartucce”.
CHE GUEVARA. “Pensate che trio: Messi, me e Che Guevara”. Così Maradona sogna il trio d’attacco da tramandare nei futuri libri di storia dell’Argentina. Intanto fuma i sigari che gli manda Fidel Castro. Il Che l’ha tatuato sulla spalla destra.
DIOS. Lo chiama anche il Barba, e lo ringrazia sempre per non averlo chiamato a sé quando anni fa era allo stremo. Con il Creatore Maradona ha un rapporto ambivalente. Un po’ come con Messi. In panchina porta un rosario che gli hanno regalato le figlie, ed è stata la mano di Dios a segnare il gol all’Inghilterra. Ma esiste a Buenos Aires una Chiesa di Maradona, e a Napoli, in piazzetta Nilo, un altarino tutto per il Pibe – come reliquia, un capello, dove si vanno a chiedere grazie (calcistiche).
EFEDRINA. La sostanza che lo tolse di mezzo a Usa 1994. Si difese Maradona sostenendo che aveva bevuto la versione americana di un energizzante non proibito, che la conteneva. Dai primi anni ’80 Maradona si è in compenso dichiarato dipendente dalla cocaina, che però non serve a giocare meglio a pallone. Riferendosi al suo nemico Pelè, che lo accusa di essere un drogato e un cattivo esempio, ha detto: “Zitto lui, che ha perso la verginità con un uomo”. Vabbè.
FIGLIE. Maradona vive per Dalma e Giannina, le figlie avute quando viveva a Napoli dall’ex moglie Claudia Villafane. In genere qualsiasi pubblica citazione delle due ragazze apre scenari da telenovela: “Mentre ero in terapia intensiva – ha raccontato – Giannina mi tirava per il pigiama, mi diceva di vivere per lei”. Lo hanno costretto a vestirsi da matrimonio per l’esordio ai mondiali. Diego mantiene altri due figli nati fuori dal matrimonio. Migliaia di bambini degli anni 80 a Napoli e dintorni portano il suo nome.
GIORNALISTI. “Adesso, e chiedo scusa alle signore, me lo potete succhiare, e continuare a succhiarmelo”. Il gelido sfogo riservato ai giornalisti argentini il giorno della qualificazione al mondiale, è stato l’ultimo grande show di Diego. E’ diventato suoneria di cellulare, canzone e striscione allo stadio. Blatter lo ha punito con due mesi di squalifica. Maradona medita vendetta. O di fare ancor meglio.
HIJOS DE PUTA. Una delle inquadrature più famose di Diego in mondovisione, il giorno della finale del mondiale ’90, quando l’Olimpico di Roma fischiò l’inno argentino. Su quella storia, Maradona ha le idee chiare: “Quando li eliminammo dai Mondiali ingoiarono il rospo più grande della storia, perché Matarrese, un altro mafioso, il presidente della Federazione italiana, aveva già concordato la finale: Germania e Italia. Fu allora che successe quel che successe. Mi accusarono di doping. Poi fecero lo stesso con Caniggia. Però, dopo, nessun altro nel calcio italiano. A parte Maradona e Caniggia, nessuno ha mai preso un’aspirina“.
KUN. El Kun Aguero, il genero di Maradona, padre del nipotino Leonel, figlio di Giannina. Centravanti di grandi speranze e qualche certezza, gioca nell’Atletico Madrid. Messi ha detto: “Il migliore è lui, non io”. Convocato in Sudafrica.
INGHILTERRA. “La palla a Maradona… lo marcano in due… va sulla destra… può passare a Burruchaga… tiene la palla… Maradona… Genio! Genio! ta ta ta… goolll gooolll.
Voglio piangere, oh Dio Santo, Maradona mi fa piangere, perdonatemi… La giocata di tutti i tempi.. 
Oh aquilone cosmico, da quale pianeta venisti per lasciare lungo il cammino tanti inglesi, per far sì che tutto un paese col pugno chiuso potesse gridare.. Argentina!… (…) Grazie Dio per il calcio, per queste lacrime, per questo Argentina 2 – Inghilterra 0″ (il secondo gol di Argentina-Inghilterra raccontato dal telecronista argentino Victor Hugo Morales)
JUVENTUS. “Se fossi andato alla Juventus quando dovevo magari avrei avuto una vita più serena”. Sarà. Preferiamo ricordarlo nel gol del 1985 ai bianconeri: punizione impossibile di sinistro a giro sopra la barriera da dentro l’area, Tacconi fa solo in tempo a voltarsi indietro. Gol.
LIVE IS LIFE. Uno dei videoclip casuali più belli di tutti: il riscaldamento ballato da Maradona prima di un Napoli-Bayern del 1989 sulle note di Live is Life degli austriaci Opus. Visto da più 70.000 fan su youtube.
MESSI. L’ultimo dei suoi eredi porta meritatamente la camiseta numero 10 dell’Argentina. Forse è quello buono, e per questo Maradona sotto sotto lo teme. “Sarà la ciliegina sulla torta”, gli ha concesso appena prima dei Mondiali.
NAPOLI. O mamma mamma mamma/ o mamma mamma mamma/ sai perché mi batte il corazon?/ Ho visto Maradona/ Ho visto Maradona/ Eh, mammà, innamorato son.
ORECCHINI. Due orecchini (di diamanti?) sul lobo sinistro, un rosario tra le dita della mano sinistra, due orologi, uno a destra e uno a sinistra. Questa la ferraglia con la quale s’è presentato Maradona all’esordio mondiale. Il buon Miccoli, lontano dal Sudafrica in nome dello spirito di gruppo, intanto si culla a casa gli orecchini del Pibe sequestrati dalla Finanza e venduti all’asta per 25.000 euro.
PELE’. “Un signore scuro che portava il numero 10 non voleva che si giocassero i mondiali in Sudafrica”. Trasgredendo i consigli delle figlie (“lascia stare Pelè”) Maradona non ha resistito ha lanciare un’altra freccetta al brasiliano. “Io sì”, ha continuato. Ora attende che Mandela, se si riprenderà, lo riceva per ringraziarlo.
QUILMES. La birretta argentina sponsor del Boca Junior, il cui nome campeggiava sulla squadra nella quale Maradona iniziò e finì la carriera.
RIGORI. I rigori sbagliati da Maradona in carriera si contano sulle dita di una mano. Clamoroso quello che salvò il Toulouse nel 1986: la palla finisce sull’interno del palo sinistro, rimbalza sul polpaccio del portiere Bergeroo ed esce di lato. Il portiere Jugoslavo Ivkovic può raccontare ai nipotini di esser stato graziato due volte da Maradona su rigore: nel 1986 con la Sporting Lisbona e nel 1990 con la Jugoslavia. Comunque ha perso entrambe le partite.
SACCHI. Su wikipedia la voce Maradona è aperta da un bellissimo pensiero di Arrigo Sacchi, il suo avversario numero uno col Milan di Berlusconi ai tempi del campionato italiano: “Giocare contro Maradona è come giocare contro il tempo, perché prima o poi sai che segnerà o che farà segnare”. Bravo.
TEVEZ. “E’ l’idolo del popolo”. Così recita la recente investitura pronunciata da Maradona del rude attaccante del Manchester City, uno delle decine di “nuovi Maradona” nati in Argentina negli ultimi anni. E’ cresciuto nel famigerato quartiere Fort Apache di Buenos Aires, e si vede.
USA 94. Il festeggiamento del gol con la Grecia, il suo primo in quel mondiale. Maradona fu il primo calciatore ad andare verso la telecamera e a riempire lo schermo con una faccia da pazzo che ancora fa impressione. Nel girone da ct, dopo la Nigeria ritroverà pure la Grecia.
VASCA DA BAGNO. La foto coi camorristi della famiglia Giuliano (1986) dentro la vasca da bagno a forma di conchiglia ricorda l’importanza dei sanitari della cosmogonia maradoniana. Al punto che nel ritiro sudafricano che lo ospita sono stati costretti a cambiare il cesso, troppo banale, con un moderno modello riscaldato con getti di vapore.
ZANETTI. E’ rimasto a casa con Cambiasso, e tutti si sono chiesti il perché senza potersi dare una risposta. I due si staranno antipatici? Che Maradona non goda di grande rispetto come allenatore è quasi inevitabile. Gli avevano messo vicino come consigliere il vecchio Carlos Bilardo e i giornalisti lo hanno punzecchiato fino a fargli perdere la pazienza. Che abbia portato al Mondiale una squadra con un centrocampo quanto meno azzardato (Mascherano-Veron, fichissimo ma vecchio e mezzo rotto) lo si è già capito dalla prima partita. L’Argentina fa i conti da anni con la difficoltà di scegliere tra i suoi troppi campioni. Maradona è abituato alle imprese impossibili, ma speriamo che non debba pentirsene.

venerdì 4 giugno 2010

A Vanvera! - Capitolo 6


La Formica Atomica è stanca del letargo: "Dopo due stagioni, non passo un altro anno ad ammuffire in panchina, cosa ci sto ancora a fare alla Juve?".
E Materazzi stuzzica Platini. Il primo a Vanvera senza lo special one in italia (ma non senza le sue dichiarazioni oltr'alpi) e l'ultimo, probabilmente, prima dei Mondiali